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Strage del bus. L’incidente, la tragedia, II nodo assicurazioni: la legge beffa sui risarcimenti.

Oggi la vita di ognuno dei 40 morti sul viadotto dell’Al 6, a Monteforte Irpino, vale 150mila euro al massimo. Sono i giorni più delicati per l’inchiesta; quelli in cui gli investigatori ascolteranno i superstiti della tragedia. Ma sono anche quelli delle nuove perizie: ci saranno ancora accertamenti sui resti del mezzo e sulla strada.

E in questa immane tragedia, costata la vita a quaranta persone che partecipavano a un pellegrinaggio, ogni giorno viene fuori un particolare in più.

Come quello sulle coperture assicurative; pagando un dieci per cento in più, l’ agenzia di viaggi Lametta avrebbe potuto avere una copertura doppia rispetto ai cinque milioni di massimale garantito dalla polizza accesa sul bus della tragedia.

Lo dicono gli esperti di infortunistica stradale. «Se il massimale fosse stato di dieci milioni” spiega Luigi Ciprimo, presidente dell’Aneis, l’ associazione nazionale degli esperti in infortunistica stradale, “l’incremento del premio non sarebbe andato oltre il 10 per cento; un costo aggiuntivo abbastanza abbordabile per il contraente”.

Ma accade che le direzioni generali delle compagnie avochino a sè l’ultima parola sul contratto, a seconda dell’esposizione del rischio».

E quindi la polizza del bus precipitato la sera del 28 luglio scorso dal viadotto autostradale di Monteforte Irpino della A16, con un massimale fissato in cinque milioni di euro, prevede per ognuna delle quaranta vittime un risarcimento che si aggirerebbe intorno ai 120-150 mila euro. «Soltanto in Italia sono consentiti massimali assicurativi così bassi per automezzi che svolgono servizio di trasporto pubblico». Luigi Cipriano punta l’indice sull’ANIA, l’associazione a cui aderiscono le imprese assicurative italiane.
«Ai tavoli del ministero delle Attività Produttive accusa le compagnie la fanno da padrone e il legislatore si adegua». Secondo l’Aneis, «le compagnie si cautelano dal rischio di maxi risarcimenti, non accettando adeguati massimali per i mezzi che trasportano persone. Solo alcune compagnie accettano massimali dai dieci milioni in su, stipulando però particolari contratti di co-assicurazione». Nel caso del bus della sciagura, la polizza era stata stipulata dall’agenzia Mondo Travel di Gennaro Lametta, proprietaria del bus, con la compagnia Reale Mutua (che precisa: «La scelta del massimale di polizza spetta al contraente e la Compagnia assicurativa non ha facoltà di opporsi, dal momento che una legge dello Stato determina gli importi minimi da garantire»). In base al massimale minimo previsto dalla legge, cinque milioni appunto, il premio annuale corrisposto alla compagnia si aggirava intorno ai 3.500-4.000 euro. Da qui la richiesta, peraltro più volte avanzata senza successo, di rivedere il Codice delle Assicurazioni.